Una Notte al Museo

 L’idea 

Un museo è uno scrigno di ricchezze culturali, un contenitore fragile di storie, oggetti, miti, leggende…in parole semplici: vita. Purtroppo o per fortuna il tempo li ha congelati, li ha resi immobili, fermi ma grazie a questo ci ha anche permesso di conservarli e tramandarli. 

Ci sono pezzi di noi sparsi ovunque, frammenti di storia contenuti in delle fredde teche; sono i nostri pezzi ed è la nostra vita passata. 

Il teatro, invece, racconta semplicemente storie di persone a persone e lo fa da millenni; così come un museo il teatro tramanda storie oralmente o le trascrive su fragili pagine, prima di papiro, poi di pergamena e adesso di carta… Ma le parole scritte sono fragili, delicate, come il bucchero dei vasi etruschi, come le storie. Come noi. 

Quante volte ci siamo persi passeggiando per le enormi sale dei musei e magari ci siamo chiesti: ‘’ E se questa statua prendesse vita e ci raccontasse la sua storia?” 

Ecco noi semplicemente abbiamo provato a farlo. 

In un passo del suo monologo, scritto da Nicola Le Donne, Francesca de Abella, dice queste parole: 

’’ … Questa è la mia storia. La sento ogni giorno. La leggo sul muro, su quei bei cartelloni che di anno in anno passano dalla pergamena alla carta, dal forex ai led. Ma c’è una storia più intima, più profonda, una storia nascosta tra le pieghe di questo vestito di marmo e di questo cuore freddo, scolpito solo nella mente di chi mi ha amato. Sono una donna, una donna che ha amato, una donna che ha seguito il suo amore. Non è facile oggi parlare di libertà di scelta, di amor; figuratevi allora. 

Hanno deciso di scolpirmi così, fiera, ma mentono. Un’ immagine non restituisce mai la realtà delle emozioni. Pensateci. Potete voi da una statua, per quanto bella essa sia, scrutare il suo interno, il suo universo? 

Potreste veramente affermare questo di una donna? 

Per cercare di farlo dovrebbero… dovrebbero… Dovrebbero scolpire tutte le lacrime che ho versato e questo pavimento non basterebbe per accoglierle, il solaio cederebbe sotto il peso delle gocce di marmo. I vostri piedi si trafiggerebbero con le punte delle gocce. Solo il sale si potrebbe confondere con la polvere di marmo. 

Potrebbero scolpire i sorrisi ma si spezzerebbero tutti gli scalpelli per seguire le curve del viso di una donna felice. Così hanno deciso di scolpirmi ferma immobile, fiera. E mi hanno consegnato all’immortalità con questa espressione. 

Il brutto di una prima impressione è proprio questo. Se ne può avere solo una. Ma io non sono così, non siamo così. Siamo state di più, ma hanno scelto, ancora una volta, di scolpirci così…’’ 

La storia. 

Un guardiano notturno, Massimo, semplice e simpatico, coltiva la segreta ambizione di diventare guida ufficiale del museo e si sta preparando alla bene e meglio per superare il concorso. E’ anche un forte appassionato di cinema e per questo, prendendo spunto dal film di Ben Stiller, inizia a fare delle aperture ‘’segrete e abusive’’ del museo di notte ad ignari visitatori. Approfittando della situazione cerca di racimolare qualche extra e soprattutto di provare sul campo quello che in un futuro non troppo remoto, spera che diventi il suo lavoro. 

È convinto che le statue prendano vita e vorrebbe rendere i visitatori partecipi a questo evento magico, ma le sculture, quasi per dispetto, da un po’ di tempo dinanzi a lui non parlano più. In realtà parlano – eccome! – con gli ospiti e approfittano che si allontani la guida per raccontare la loro storia ai visitatori. 

Le statue si ‘’aprono’’, ma la loro storia non è sempre quella che immaginiamo, non è quella che ci ha consegnato la ‘’Storia’’. Sono donne e uomini, che si celano dietro espressioni marmoree che il tempo ci ha consegnato, sono donne ed uomini fragili, spesso soli, con sogni, ambizioni, idee, delusioni, amori, sconfitte, ma ‘’ costrette ‘’ a congelarsi in quell’ attimo per l’eternità. Ed è quell’attimo che noi abbiamo voluto scomporre, utilizzando il grimaldello del teatro per provare a forzare le serrature del tempo e del marmo. Sempre che la guida non torni in fretta e spezzi l’atmosfera! 

Le Note di regia 

Una notte al museo è un viaggio semplicemente, un viaggio che si fa tra le sale, un viaggio che si fa nella storia, un viaggio che si fa con la fantasia. Gli oggetti ‘’ nello zaino’’ da viaggio devono essere obbligatoriamente pochi, per spostarsi con leggerezza e facilità. 

Ecco, la regia di questo spettacolo ha sposato in pieno la filosofia del viaggio, usando di fatto nulla o quasi. Gli attori in costume e truccati elegantemente, che interpretano sia la guida che le statue, saranno in postazioni che normalmente sono fruibili dal pubblico, quindi nessun rischio per le preziose opere del museo. Ovviamente sarebbe un passo falso usare scenografie in un luogo di per sé tanto magico e, soprattutto, vero protagonista dell’evento; quindi nessuna scenografia, solo la luce sarà sapientemente usata con dei semplici puntamenti da terra per rendere la narrazione con la malia della fiaba. 

Una regia sobria ed elegante, asciutta, per consentire allo spettatore di sentirsi al centro dell’idea e lasciarlo emozionare. 

Lo Scopo 

Lo scopo di questo spettacolo è quello di raccontare storie, usando l’espediente della guida e delle statue per condirle con un pizzico di fantasia e dare brio alla normale visita guidata. 

Raccontando storie, anzi, facendole raccontare proprio dai protagonisti, si avrà l’opportunità di entrare nella loro vita, di cogliere i retroscena e scoprire la persona dietro il personaggio. 

Naturalmente la messa in scena si traduce in un’operazione di promozione del museo. E’ indubbio che un intervento del genere, ambientato nella notte, con attori in costume e su testi inediti, possa avere un forte appeal su un uditorio molto vasto: lo spettacolo ha la doppia opportunità di accogliere sia gli appassionati di storia, archeologia e mitologia, sia gli amanti del teatro e dello spettacolo in generale. 

Il Target 

Per lo stile di narrazione utilizzato, lo spettacolo non ha un target specifico, in quanto è trasversale. Il linguaggio colloquiale e leggero della guida porge con semplicità concetti complessi e informazioni storiche dettagliate, che col sorriso e l’ironia possono arrivare a tutti. 

Le storie dei protagonisti, raccontate con passione, rendono ‘’umani’’ e vicini i protagonisti, estranei alla fredda narrazione accademica. 

I costumi e le luci faranno sì che anche i più piccoli trovino piacere ad ascoltare questi straordinari personaggi. 

Lo spettacolo lascia un piacevole ricordo, ma soprattutto deposita informazioni in tutti i fruitori, anche in quelli più esigenti, che si emozioneranno ad assistere, messo in scena, a tutto quello che per anni è stato soltanto rinchiuso tra le pagine di un libro. 

Il regista e il Drammaturgo 

Nicola Le Donne è diplomato all’Accademia delle Arti Teatrali del Teatro Totò di Napoli, selezionato attraverso bando pubblico Europeo alla S.C.E.P.; diplomato all’ ‘’Accademia di Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d ‘’ di Perugia e ‘’Arteterapia’’ al centro IGEA; Diplomato in “Formatore teatrale per bambini e ragazzi” presso Associazione Europea Formatori Teatrali. 

Direttore artistico del Teatro Comunale di Palma Campania, della Rassegna ‘’ Le Dionisiache’’ Festival del teatro Greco Romano e del settore Cabaret del Festival ‘’ Mamm’e ll’arte’’. 

Docente di Recitazione e storia del teatro presso varie strutture private, tra cui si segnala l’impegno civile presso la struttura “Casa don Diana” a Casal di Principe, speaker radiofonico della rubrica di arte, cultura e spettacolo in onda su Radio Star 2000, già impegnato in produzioni di livello nazionale accanto ad artisti del calibro di Federico Salvatore, Peppe Lanzetta, Rosaria De Cicco, Giacomo Rizzo, Caterina De Sanctis, Ciccio Merolla, Massimo Masiello, Rosario Verde, Antonio Fiorillo, Francesca Marini, Corrado Taranto, già diretto da registi di livello Nazionale come Sergio Rubini ne ‘’ I Fratelli De Filippo’’. 

È stato l’autore ed il volto di Ugo Niutta in occasione del centenario all’aeroporto militare di Napoli, ricevendo l’Encomio Ufficiale da parte del Colonnello. Ha portato il teatro per la prima volta tra i banchi dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, con l’opera contro la violenza sulle donne “Codice Rosso”, scritta e diretta insieme a Franco Nappi, con Rosaria de Cicco e Ciro Esposito. 

Ha preso parte a vari festival prestigiosi come il Campania Teatro Festival, il Festival dei Barbuti, il ‘’ Festival dell’impegno civile’’ e ‘’Ridere’’ al Maschio Angioino. 

La produzione 

M&N’s L’associazione Culturale M&N’s lavora, sin dalla sua nascita, in collaborazione con esperti del settore teatrale, sposando appieno l’obiettivo del Teatro come uno strumento in grado di coinvolgere la persona nelle sue più svariate attitudini e promuovere il territorio in cui prende vita. 

L’associazione, se pur giovane, ha già all’attivo numerosi spettacoli e laboratori per i ragazzi del nostro territorio. Grazie alla sua dinamicità abbraccia anche l’ambito teatrale nella sua valenza educativa, utilizzandolo come strumento per potenziare le capacità di chi prende parte a questo spazio “altro” in cui ci si conosce per conoscere.