Codice Rosso

PREMESSA 

Il teatro è da sempre un ingrediente fondamentale per emozionare il pubblico ed emozionarsi assieme ad esso. Da sempre la forza emotiva del teatro è stata fondamentale per raccontare concetti che spesso la sola ragione non riusciva a rappresentare, quell’arte di “riempire gli occhi di parole”, per dirla alla Dario Fo, quel Mondo in cui “tutto è finto ma niente è falso”, per dirla alla Gigi Proietti e in cui “recitare è un’esigenza”, come diceva Franca Rame, ha avuto sempre un ruolo forte nell’aiutare ad affrontare tematiche importanti.
Pertanto anche in questo tempo pandemico, che ci tiene lontani dalle scene, il teatro non può e non deve venir meno al suo ruolo, continuando a raccontare temi controversi e ad affrontare argomenti importanti, utilizzando gli strumenti di comunicazione che il fato e il progresso tecnologico gli presentano: non è possibile arrenderci rispetto alla difficoltà nell’utilizzo di strumenti ordinari: non c’è nulla di nuovo, e non c’è nulla di strano nel seguire la tecnologia ed utilizzarla: nell’ottocento Richard Wagner ebbe a dire “da oggi non voglio essere più considerato un direttore d’orchestra, voglio essere considerato un regista. Sì, v’è necessità di prendere atto che la tecnologia corre veloce e servono nuove figure per gestirla, evitando scioccamente di negarla”. Si riferiva alla nascita dell’illuminotecnica, che dopo secoli di luce naturale o a fiamma stravolgeva il teatro ben più di quanto possa farlo uno spettacolo in streaming. Per questa ragione abbiamo deciso di realizzare uno spettacolo dal titolo “Codice Rosso” sulla violenza sulle donne, poiché il teatro vive la società ed è calato in essa, e i lockdown cui la pandemia ci ha costretti hanno riportato al centro dell’attenzione questa tematica: aumentano i casi di violenza segnalati e aumentano i così detti casi coperti dal numero oscuro, quelli non denunciati, che sono la vera piaga: attraverso l’effetto catartico l’obiettivo è quello di creare identificazione nello spettacolo da parte di vittime e carnefici per trovare la forza di ricercare aiuto o denunciare. Le nuove ristrettezze fisiche ed economiche hanno spostato l’attenzione anche su forme di violenza diverse ed egualmente odiose: la violenza fisica spesso accompagnata o sostituita da violenza psicologica, violenza economica, associata al differente peso nell’economia familiare. Una tematica grave e urgente. E laddove c’è urgenza il teatro ha l’obbligo di far sentire la propria voce.

LO SPETTACOLO

Codice Rosso deve il suo nome alle Legge N° 69 del 19 Luglio 2019 che si concentra sui reati di violenza domestica, violenza di genere, atti persecutori, maltrattamenti…. E prevede la corsia preferenziale per indagini e denunce riguardanti i reati in oggetto.

La storia raccontata non è la storia di una singola donna ma quella di più donne che hanno trovato il coraggio di raccontare e denunciare. Una sola attrice a dar corpo a vittime diverse, un solo attore a raccontare carnefici diversi, così come accadeva nel “siamo uomini o Caporali” di Totò, in cui il male veniva incarnato sempre dal medesimo caporale. Lo spettacolo fermerà il suo racconto sempre un istante prima dell’atto violento, che sarà invece raccontato con le movenze di una ballerina che, in musica, restituirà al pubblico l’atto e l’emozione ad esso associato. La ballerina porterà sul suo corpo, danza dopo danza, i segni della violenza, come fosse un moderno ritratto di Dorian Gray che funge da anima, sofferente e lacerata, delle vittime. Il nostro spettacolo non vuole dare risposte ma sollevare interrogativi.

NOTE DI REGIA

Lo spettacolo è immaginato in uno schema circolare: un prologo e un epilogo in proscenio, a omaggio del teatro classico, e al centro la vicenda. Il prologo, recitato da Ciro Esposito, racconta la dimensione quotidiana di un femminicida inquietantemente normale e ordinario, salvo tradire il suo disturbo border line e la sua possessività nel corso della narrazione. Un desiderio di assoluto controllo al grido di “se non mia di nessuno” che lo spinge a considerare l’omicidio uno sbocco assolutamente naturale e ordinario. Le scene successive raccontano, in uno schema di corti teatrali solo all’apparenza tra loro disconnessi, delle diverse forme di violenza sulla donna: da quella psicologica, che tra tormenti ed esposizioni mediatiche si trascina fino ad umilianti arringhe in un’aula di tribunale, alla violenza economica, declinata attraverso l’esperienza di una coppia all’apparenza felice, sicuramente innamorata, in cui la dipendenza economica, cercata, voluta, inizialmente giustificata dalla stessa vittima, diventa un cappio in cui sacrificare il rapporto di coppia. 

In ultimo la violenza sul lavoro: in un corto all’apparenza leggero e divertente, una donna da tempo esclusa dal mondo lavorativo si ritrova a confrontarsi con le difficoltà del reinserimento, costretta ad accettare i ricatti di un datore di lavoro.

Chiude un epilogo affidato a Rosaria De Cicco: ispirato a fatti di cronaca, l’epilogo porta in scena il tormento d’una donna vittima di Revenge-porn che sceglie la strada del suicidio vedendola come unica reale possibilità.

Lo spettacolo è ispirato a fatti di cronaca, casi giudiziari ed ha avuto una lunga fase di studio e pre-produzione in cui la consulenza di esperti, psicologhe, pedagogiste, insegnanti universitarie, forze dell’ordine, avvocati penalisti (in prevalenza donne) ci ha consentito di entrare nell’argomento con competenza e conoscenza della materia, in rispetto del destino delle vittime.

I corti sono legati dal punto di vista filosofico, scenico, registico e drammaturgico grazie alla presenza d’una comune anima danzante, e grazie alla presenza di un comune segno estetico dato dal simbolo del colore rosso, che ritorna nella messa in scena. Quindi codice rosso non solo un titolo ma un codice cromatico ed emotivo.


Le musiche saranno composte da una giovane artista, Giusy Caliendo, rappresentando quanto sia presente e urgente questa tematica anche nei più giovani che avvertono la necessità di confrontarsi con una tematica del genere.

Le coreografie saranno curate da Juna Colurci, in scena: 

ROSARIA DE CICCO Nata a Napoli, inizia a recitare a teatro affiancando artisti come Nello Mascia e registi come Ugo Gregoretti. Nel 2000 conosce Ferzan Özpetek, che le affida ruoli in film di successo come Le fate ignoranti (2001), La finestra di fronte (2003) e Un giorno perfetto (2008), la vuole inoltre testimonial di uno spot pubblicitario. Antonio Capuano la vuole co-protagonista al fianco di Valeria Golino nel film La guerra di Mario. Paolo Sorrentino la sceglie per il film L’uomo in più. Renzo Arbore, invece, la vuole nel suo programma Speciale per me – Meno siamo, meglio stiamo! Dal 1996 inizia a lavorare come coach nella soap Un posto al sole, dove successivamente interpreta i due ruoli di Vera e di Aida. Parallelamente all’attività di attrice, Rosaria coltiva la sua vena comica, vincendo il Premio Charlot al Festival Nazionale del Cabaret in Rosa di Torino e il premio Cabaret in pillole. È rappresentante dell’associazione culturale “La piccionaia”.

CIRO ESPOSITO nato a Napoli, si appassiona al teatro dall’età di 6 anni, recitando in alcune delle più importanti commedie di Eduardo Scarpetta e di Eduardo De Filippo. Nel 1992 debutta sul grande schermo con il film Io speriamo che me la cavo, regia di Lina Wertmüller, in cui interpreta il ruolo di Raffaele Aiello, bambino ribelle che vive la propria infanzia in un ambiente familiare difficile. Successivamente, oltre che per il cinema, lavora soprattutto in televisione in numerose miniserie e serie di successo. Nel 1994 partecipa al film documentario Sarah Sarà (titolo originale Sarahsarà) in cui interpreta la parte di un bambino di nome Ciro. Dopo il debutto nella miniserie TV Amico mio, è nel cast, tra l’altro, di: Uno di noi, Un prete tra noi, Lui e lei, Casa-famiglia, La squadra, Orgoglio, Il Grande Torino e L’inchiesta.

Nel 2006 e 2007 è tra i protagonisti della versione estiva della soap opera di Rai 3, Un posto al sole. Nel 2008 torna sul piccolo schermo con la serie TV La nuova squadra ed è il protagonista de Le ali, regia di Andrea Porporati, film TV dedicato alla storia di Gianfranco Paglia, sottotenente della Folgore, in missione in Somalia che nel 1993, durante un’imboscata, ha perso l’uso delle gambe. Nel 2010 è co-protagonista del film per la televisione Mannaggia alla miseria, diretto da Lina Wertmüller, con Gabriella Pession e Sergio Assisi. Nel 2018 è il presidente di giuria del Concorso Nazionale Junior Spettacolo 2018 di Stefano Madonna. Dal 2019 insegna recitazione cinematografica presso la scuola di formazione e produzione cinematografica CinemaFiction, a Napoli.

REGIA E DRAMMATURGIA

Nicola Le Donne diplomato all’Accademia delle arti Teatrali del teatro Totò di Napoli, selezionato attraverso bando pubblico Europeo alla S.C.E.P. Diplomato all’ ‘’Accademia di Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d ‘’ di Perugia e ‘’Arteterapia’’ al centro IGEA; Diplomato in “Formatore per bambini e ragazzi presso l’Associazione Europea Formatori Teatrali; Direttore artistico del Teatro Comunale di Palma Campania, della Rassegna ‘’ Le Dionisiache’’ e del settore Cabaret del Festival ‘’ Mamm’e ll’arte’’. 

Docente di Recitazione e storia del teatro presso varie strutture private, tra cui si segnala l’impegno civile presso la struttura “Casa don Diana” a Casal di Principe, speaker radiofonico della rubrica di arte, cultura e spettacolo in onda su Radio Star 2000, già impegnato in produzioni di livello nazionale accanto ad artisti del calibro di Federico Salvatore, Peppe Lanzetta, Rosaria De Cicco, Giacomo Rizzo, Caterina De Sanctis, Ciccio Merolla, Massimo Masiello, Rosari Verde, Antonio Fiorillo, Francesca Marini, Corrado Taranto, Marianna Mercurio già diretto da registi di livello Nazionale. 

Ha preso parte a vari festival prestigiosi come il Campania Teatro Festival, il Festival dei Barbuti, Ridere al Maschio Angioino, ecc…

Franco Nappi Direttore Artistico de Il Demiurgo srls, attore, regista e drammaturgo pluripremiato, i cui testi sono già stati portati in scena in palcoscenici di grande prestigio, dal Teatro Sannazaro al teatro Nuovo di Napoli fino al teatro di Corte della Reggia di Caserta (unico drammaturgo e regista ad avere questo privilegio negli ultimi 30 anni) e al borgo di Civita di Bagnoregio. Nel 2016 la sua riduzione di “Romeo e Giulietta” ospitato nel borgo laziale viene inserito nel programma ufficiale internazionale delle celebrazione per i 400 anni dalla morte di William Shakespeare. Già direttore artistico dei festival “Restaurarte”, “Shakespeare Summer Dream”.

Attualmente impegnato con il regista Carlo Sciaccaluga dello stabile di Genova con l’opera ‘’ Tartufo ’’, i suoi testi sono stati messi in scena nell’edizione 2021 del Campania Teatro Festival.

Cast tecnico

Direttore della Fotografia: Fabio D’Azzo

Operatore Video: Alessio De Francesco

Audio in presa diretta: Roberto Serra

PATROCINI ECONOMICI

PROVINCIA DI AVELLINO

CONSIGLIERA DI PARITÀ PROVINCIA DI AVELLINO

PATROCINI MORALI

ROTARACT

COMUNE DI PALMA CAMPANIA

CONSIGLIO PARI OPPORTUNITA’ ORDINE DEGLI AVVOCATI DI AVELLINO

CONSULENTI

DOT.SSA CARLA PANSINI – DOCENTE UNIVERITARIA DI DIRITTO PROCESSUALE PENALE- UNIVERSITA’ PARTHENOPE

AVV.SSA VINCENZA LUCIANO – CONSIGLIERA DI PARITÀ PROVINCIA DI AVELLINO

CAV. AVV. POMPEO LE DONNE – PENALISTA, CASSAZIONISTA

DOTT.SSA GABRIELLA NOTORIO – SOCIOLOGA, CRIMINOLOGA

DOTT.SSA MARIA TRAPANI – SOCIOLOGA SPECIALIZZATA IN SERVIZI SOCIALIDOTT.SSA MICHELA ACERRA– EDUCATRICE