IL BORGO DEI TINI- Storico

LA STORIA

Paese di provincia non meglio specificato, 1860.

Il percorso si apre con una guida attore, cantante che accompagnerà attraverso i vicoli i visitatori.

Tre saranno le macro scene fulcro della drammaturga: 

-Un dialogo tra una mamma e una figlia che si preparano per il “dì di Festa ‘’, alle prese con una vendemmia ancora legata ai procedimenti preindustriali.

-Il ritorno dalla festa del vino, al centro del paese, dei due “cumpari” che, da un punto di vista interno, arcaico e storicizzato eppure incredibilmente attuale, si confrontano sul patronato, sulla venuta dei Savoia, sull’idea di ribellione.

-Il soliloquio del superstite. Unico testimone vivente di una strage perpetrata in un borgo trascinato nella brutalità della guerra. Un’amara e grottesca vena di follia finiscono per caratterizzare un personaggio al contempo comico e tragico, araldo di sventure e testimone di tragedie.

Lo spettacolo narra della venuta dei Savoia nelle terre del Sud, soprattutto nei piccoli borghi rurali, ove si perpetrarono i peggiori crimini. Tuttavia la narrazione di tali accadimenti non è mai diretta, la venuta dei Savoia non è l’evento centrale ma resta bensì sullo sfondo, una sorta di co-protagonista celato perché a farla da padrone sulle scene è l’amore, l’amicizia e il vino. Quest’ultimo inteso come elemento di condivisione, di festa, come un momento di libertà e spensieratezza che allontana, seppur per un attimo, la fatica del lavoro nei campi. 

‘’Il vino come sangue del lavoro nei campi. Il vino come quei pochi momenti di libertà velati dall’ ebbrezza. ’’

Tutta la storia, inoltre, ruota intorno alla festa del paese che si tiene in occasione dell’apertura della prima botte di vino novello. Un momento molto importante per la comunità agricola e propizio per giovani amori e vecchi amici che possono riabbracciarsi. 

Sul paese si muove lo spettro dell’avanzata dell’esercito piemontese che, approfittando della morte del vecchio re Borbone e della inesperienza del giovane figlio, occupano militarmente uno stato sovrano.

La preparazione alla festa, di leopardiana memoria, è forse il momento più leggero. La figlia, infatti, può confidare alla madre l’amore segreto per un giovane poeta del paese e chiederle consigli sul da farsi. E’ proprio in questa scena che c’è il tempo di analizzare la successione al trono di Ferdinando II dal ventitreenne ed inesperto figlio Francesco, subito ridicolizzato in ‘’ Francischiello’’.

Dopo la festa, nella seconda scena, si torna a casa. Due amici raccontano le ‘’gesta’’ da amatori ma hanno un preciso obbiettivo: andare a riposare per lavorare l’indomani nei campi. 

Un obbligo a cui sono sottoposti che spesso svolgono controvoglia. Ma in preda all’alcool, spesso, si trova il coraggio di parlare. Allora viene fuori tutta la rabbia di essere schiavi a vita. Tutta l’angoscia i lavorare per una terra che non è e non sarà mai di proprietà. Con coraggio del vino viene fuori la frustrazione di una condizione miserevole in cui la via d’uscita è solo un miraggio 

Spenti i fuochi della festa vengono accesi i roghi della morte dall’esercito invasore non dopo aver effettuato supplizi, barbarie e stupri.

Solo un contadino che si era addormentato lontano dal paese a causa di una sbornia, torna e trova la famiglia miseramente trucidata. Lo shock lo condurrà in uno stato di follia che si manifesterà attraverso un particolare sintomo: la ripetizione del suono delle trombe dell’esercito e la continua narrazione senza inizio e fine dell’accaduto.

Lo scopo dello spettacolo è far vivere allo spettatore uno spaccato di vita contadina. Di portare l’attenzione sui borghi spesso vittime dimenticate.

LA PRODUZIONE

M&N’s L’associazione Culturale M&N’s lavora, sin dalla sua nascita, in collaborazione con esperti del settore teatrale sposando a pieno l’obiettivo del Teatro come uno strumento in grado di coinvolgere la persona nelle sue più svariate facoltà e promuovere il territorio in cui prende vita. 

L’associazione, se pur giovane, ha già all’attivo numerosi spettacoli e laboratori per i ragazzi del nostro territorio. Grazie alla sua dinamicità abbraccia anche l’ambito teatrale nella sua valenza educativa, utilizzandolo come strumento per potenziare le capacità di chi prende parte a questo spazio altro in cui ci si conosce per conoscere.

REGIA E DRAMMATURGIA

Nicola Le Donne diplomato all’Accademia delle Arti Teatrali del teatro Totò di Napoli, selezionato attraverso bando pubblico Europeo alla S.C.E.P. diplomato all’ ‘’Accademia di Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d ‘’ di Perugia e ‘’Arteterapia’’ al centro IGEA, Diplomato in “Formatore teatrale per bambini e ragazzi” presso Associazione Europea Formatori Teatrali.

 Direttore artistico del Teatro Comunale di Palma Campania, della Rassegna ‘’ Le Dionisiache’’ e del settore Cabaret del Festival ‘’ Mamm’e ll’arte’’.

Docente di Recitazione e storia del teatro presso varie strutture private, tra cui si segnala l’impegno civile presso la struttura “Casa don Diana” a Casal di Principe, speaker radiofonico della rubrica di arte, cultura e spettacolo in onda su Radio Star 2000, già impegnato in produzioni di livello nazionale accanto ad artisti del calibro di Federico Salvatore, Peppe Lanzetta, Rosaria De Cicco, Giacomo Rizzo, Caterina De Sanctis, Ciccio Merolla, Massimo Masiello, Rosari Verde, Antonio Fiorillo, Francesca Marini, Corrado Taranto, già diretto da registi di livello Nazionale.

Ha preso parte a vari festival prestigiosi come il Campania Teatro Festival, il Festival dei Barbuti, Ridere al Maschio Angioino.

Daniele Acerra laureato alla Federico II di Napoli in Giurisprudenza e poi diplomato al Master in Sceneggiatura “Carlo Mazzacurati” dell’Università di Padova. Inizia a lavorare come attore, drammaturgo e regista collaborando a tempo pieno con la società Il Demiurgo e si specializza in spettacoli in luoghi non teatrali. Come autore, ha portato in scena diversi spettacoli a partire dal 2016, partecipando a concorsi nazionali (nel 2020 ha vinto la segnalazione speciale del Concorso Europeo per la Drammaturgia Tragos). Come sceneggiatore si occupa di cinema dal 2018, ha girato due cortometraggi nel 2019 e ha sviluppato alcuni progetti sia di lungometraggi che seriali. Attualmente lavora per le produzioni teatrali campane ed è presidente de ‘’LA FEIR EVENTI’’ una casa di produzione teatrale.